Agente antagonista – Agente patogeno: competizione e parassitismo

Competizione

La competizione è un meccanismo di biocontrollo che può realizzarsi per lo spazio, per le sostanze nutritive o per altri fattori indispensabili all’attività e allo sviluppo del patogeno. Un importante esempio di competizione per i nutrienti è fornita da alcuni batteri agenti di biocontrollo (in particolare quelli appartenenti al genere Pseudomonas) che nei terreni con pH acido ostacolano il patogeno riducendo la disponibilità di ferro. Tale nutriente è normalmente disponibile per i microrganismi solo in basse concentrazioni e a pH neutri (Duijiff et al., 1994). Per tale motivo questi batteri, ma anche alcuni funghi, hanno sviluppato sistemi di assimilazione del ferro altamente efficaci, basati sull’uso di siderofori (proteine con un dominio di legame selettivo per il ferro) e sul trasporto all’interno della cellula mediato da una proteina specifica (carrier). Non esiste una specificità nell’utilizzo di siderofori, poiché sia altri microrganismi che le piante stesse possono usufruirne. La strategia competitiva all’antagonista consiste nell’escludere il patogeno dalla sua nicchia ecologica abituale, esponendolo a stress ambientali e nutrizionali e/o interrompendone il ciclo riproduttivo. Essa, tuttavia, non implica un contatto diretto tra i due ed inoltre è spesso adoperata negli antagonismi tra diversi patogeni o persino tra gli stessi agenti di biocontrollo. Un’altra modalità attraverso cui si esplica il controllo di numerosi patogeni terricoli è rappresentato dalla competizione per i siti di infezione. E’ stata osservata la riduzione della colonizzazione delle radici da parte di F. oxysporum in presenza di ceppi non patogeni della stessa specie (Schneider, 1984; Mandeel e Baker, 1991; Eparvier e Alabouvette, 1994).

Parassitismo

Il parassitismo è un fenomeno che consiste in una interazione specifica tra un organismo antagonista ed un patogeno, durante la quale l’antagonista stabilisce un’intima associazione con il patogeno, da cui preleva parte e/o tutti i suoi nutrienti, senza offrire alcun tipo di vantaggio. L’interazione prevede normalmente una fase di contatto fisico con l’ospite ed assomiglia per molti versi alla tipica interazione pianta-patogeno. Prima della fase di contatto si ha una fase di riconoscimento dell’ospite a distanza, una crescita chemiotattica verso questo, l’instaurazione di un’interazione fisica compatibile tra i due organismi, la formazione di strutture specializzate (tipo appressori), la penetrazione e quindi la colonizzazione dell’ospite seguita dalla fase di evasione. Può verificarsi un duplice livello di parassitismo e si parla, in tal caso, di iperparassitismo, mentre un’interazione specifica tra antagonista e patogeno fungini è detta micoparassitismo. Esistono micoparassiti facoltativi (Trichoderma spp.) ed obbligati (Ampelomyces quisqualis). In questo processo partecipano attivamente enzimi di tipo litico (chitinasi, glucanasi, proteasi) capaci di degradare le pareti cellulari e che quindi consentono la colonizzazione dei tessuti dell’ospite. Il micoparassitismo culmina con la lisi del micelio ospite, dei suoi conidi, clamidospore, sclerozi e delle altre strutture di conservazione. Negli ultimi anni numerosi passi in avanti sono stati compiuti nella comprensione della dinamica dell’interazione fungo patogeno – agente di biocontrollo, cercando anche di individuare i geni coinvolti in tale meccanismo, al fine di selezionare organismi che esprimano caratteristiche utili nel controllo biologico (Haran et al., 1996).

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