Un lavoro di cooperazione tra i colossi biotech volto verso i bisogni primari dell’umanità:risorse alimentari ed energia

Lo studio dell’autorevole Gruppo d’azione sull’erosione, tecnologia e concentrazione (ETC group), con sede a Ottawa, Canada- ha scoperto che nove aziende hanno raccolto almeno 532 brevetti intorno al mondo su circa 55 geni diversi  che offrono protezione contro il riscaldamento, la siccità e inondazioni. la Monsanto – la più grande e controversa ditta – ha annunciato un impegno per aumentare la produzione alimentare,sviluppando i raccolti che necessitano di meno acqua. L’impego Biotech è volto ad incontrare i bisogni per l’aumento alimentare,di fibre ed energia, preservando nel frattempo l’ambiente. Monsanto e BASF in una loro collaborazione di $1,5bn per sviluppare nuovi raccolti GM, inclusi “quelli più tolleranti alle condizioni ambientali avverse come la siccità”  hanno tra loro raccolto brevetti per 27 dei 55 geni. Gli altri sono stati raccolti da compagnie come la Bayer, Syngenta e Dow.Ai piccoli coltivatori viene data la possibilità di attuare colture più intensive riducendo drasticamente il margine di un rischio di perdite e abbassando i costi di produzione e manutenzione grazie all’utilizzo di semi più resistenti dei tradizionali e più adatti a svilupparsi in determinati ambienti climatici.Ad esempio un nuovo riso asiatico, che riesce a sopportare di essere immerso nell’acqua per due settimane senza che la resa sia danneggiata, mentre un tipo di riso africano fiorisce presto al mattino, sfuggendo al caldo del giorno.Infine proteggendo la proprietà intellettuale attraverso il brevetto si assicura un continuo avanzamento di nuove innovazioni sul mercato che portano benefici a produttori,coltivatori e consumatori.

Dupont e Bp si alleano per sviluppare biocarburanti avanzati

Wilmington – Londra, 26 giugno – DuPont e BP hanno annunciato la creazione di una partnership volta allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di biocarburanti di nuova generazione che contribuiranno a soddisfare la crescente domanda globale di carburanti rinnovabili nei trasporti. DuPont e BP collaborano già dal 2003 allo sviluppo di biocarburanti avanzati in grado di aiutare a superare i limiti di quelli esistenti.La strategia congiunta delle società consiste nell’offrire biocarburanti avanzati che possano ampliare la gamma di fonti energetiche disponibili e accelerare il passaggio ai carburanti rinnovabili nei trasporti, così da ridurre le emissioni totali di gas a effetto serra e di anidride carbonica. Le società si avvalgono delle superiori capacità di DuPont nel campo delle biotecnologie e della bioproduzione e delle competenze nella tecnologia dei carburanti e nella conoscenza del mercato di BP. Grazie a questo know-how, le due società puntano a diventare leader mondiali nello sviluppo, produzione e crescita di mercato dei biocarburanti avanzati, che oggi rappresentano meno del 2% dei carburanti globali per trasporti. Le proiezioni attuali indicano che in futuro i biocarburanti potrebbero costituire una parte significativa del mix di carburanti per trasporti, fino a toccare il 30% in mercati chiave. DuPont e BP stanno collaborando con British Sugar, una sussidiaria di Associated British Foods plc, per la conversione del primo impianto di fermentazione dell’etanolo del Paese alla produzione di biobutanolo.

BP Alternative Energy è una compagnia dedicata alle energie alternative operante nel settore dell’energia solare, eolica, da idrogeno e negli impianti di cogenerazione a ciclo combinato (CCGT), offre carburanti per i trasporti, energia per illuminazione e riscaldamento, servizi al pubblico e prodotti petrolchimici per lo sviluppo di oggetti di uso quotidiano. BP è il maggiore produttore di petrolio e gas negli USA e una delle maggiori aziende di raffinazione petrolifera, con una rete di distribuzione che conta circa 25.000 stazioni di servizio;inoltre ha una lunga tradizione di ricerca e offerta di metodologie atte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, sia a livello di impianti che di prodotti. Il settore dei trasporti,rappresenta circa il 20% delle emissioni globali; pertanto, nel breve e medio termine il crescente tenore di biocomponenti nei carburanti costituirà una delle poche e reali possibilità di progresso su scala globale.Attuali problematiche in frapposizione ai biocarburanti sono un maggior ampliamento della distribuzione, la possibilità di miscelare biocarburanti in concentrazioni più elevate senza dover apportare modifiche al veicolo, e una maggiore economicità dei prodotti. Il biobutanolo ha una bassa pressione di vapore e tolleranza alla contaminazione dell’acqua nelle miscele di benzina, che ne facilita l’utilizzo negli attuali canali di rifornimento e di distribuzione della benzina. Il biobutanolo può essere miscelato alla benzina a maggiori concentrazioni rispetto ai biocarburanti esistenti, senza la necessità di modificare i veicoli; inoltre offre un risparmio di carburante più elevato rispetto alle miscele di benzina-etanolo, migliorando così l’efficienza energetica e riducendo il consumo per litro. Per la produzione del biobutanolo saranno utilizzate numerose materie prime come zucchero di canna o di barbabietola, mais, frumento, o manioca e, in futuro, materie prime cellulosiche derivanti dai cosiddetti “raccolti di energia” a rapida crescita, come diversi tipi di erba, o “sottoprodotti agricoli” come la paglia e il gambo di pannocchia. Poichè la produzione del biobutanolo è simile a quella dell’etanolo e sfrutta le stesse materie prime, gli impianti di produzione dell’etanolo esistenti possono essere convertiti alla produzione di biobutanolo.

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